Lo Xidio
L'idea di un aliante da termica ha iniziato a formarsi, nel momento in cui si è delineata la strada che avrei intrapreso nel mondo dell'aeromodellismo. Dopo diverse realizzazioni, di diversi generi, dai jet tipo l'MB339, ai più pacifici 3 assi tipo il citabria, la mia attenzione si è concentrata sugli alianti.
Responsabile di ciò sono state anche
alcune riedizioni dei primi numeri di Modellismo, del 1945, in cui il
grosso della produzione erano veleggiatori, che subito hanno catturato
il mio interesse. Da qui alla realizzazione è passato il numero di
Modellismo sulla cui copertina faceva sfoggio (non molto a dire il vero)
lo Xidio, di Mauro Capodaglio. I miei tempi costruttivi sono biblici,
dopo un paio di mesi passati a rimirare e studiare il progetto e
l'articolo in cui Capodaglio esponeva la sua realizzazione, mi sono
deciso a compilare una lista dei materiali. Detta lista si è convertita
in ordine presso jonathan e modelberg (non sia mai che si possa fare uno
stesso ordine con tutto quello che serve) nell'occorrenza del natale
2010. Dopo ulteriori settimane passate a pianificare la costruzione, ho
iniziato col taglio delle centine, realizzate col classico metodo del
pacchetto. Il resto della costruzione è proceduto con la mia consueta
lentezza, anche perchè, ci tengo a precisare, questa è la mia prima
costruzione in balsa rivestita con Oracover.



La costruzione è proseguita in modo abbastanza lineare, senza
contrattempi di sorta. Anche la temuta operazione di copertura non ha
riservato grandi sorprese, il termoretraibile usato per il rivestimento,
l' Oracover, ha fatto il suo dovere è, termorestringendosi, sotto
l'azione del ferro caldo, ha cancellato ogni piega o grinza di sorta
dalla copertura modello.
Il giorno più temuto per me (come credo per ogni aeromodellista che costruisce i propri modelli) è sempre il giorno del collaudo. Nel mio caso si tratta di una vera e propria agonia, un supplizio. Il tutto si svolge con modalità fantoziane, i sintomi sono sempre gli stessi, si comincia con cali di pressione, colorito cadaverico, tremori alle estremità, incapacità di compiere le azioni più semplici, quali il corretto montaggio del modello (provato a casa decine di volte, per non avere sorprese sul campo!). La fortuna vuole che in queste condizioni, io non debba anche collaudare il modello. In questa fase mi assiste sempre il mio amico Antonio Di Giacomo, il quale ogni volta, si presta, dopo varie insistenze, all'ingrato compito di farsi carico del primo volo. Come, anche per i collaudi degli altri modelli, la mia pignoleria nella messa a punto viene premiata e il volo risulta pulito e senza difetti evidenti.
L'idea di un aliante da termica ha iniziato a formarsi, nel momento in cui si è delineata la strada che avrei intrapreso nel mondo dell'aeromodellismo. Dopo diverse realizzazioni, di diversi generi, dai jet tipo l'MB339, ai più pacifici 3 assi tipo il citabria, la mia attenzione si è concentrata sugli alianti.
Il giorno più temuto per me (come credo per ogni aeromodellista che costruisce i propri modelli) è sempre il giorno del collaudo. Nel mio caso si tratta di una vera e propria agonia, un supplizio. Il tutto si svolge con modalità fantoziane, i sintomi sono sempre gli stessi, si comincia con cali di pressione, colorito cadaverico, tremori alle estremità, incapacità di compiere le azioni più semplici, quali il corretto montaggio del modello (provato a casa decine di volte, per non avere sorprese sul campo!). La fortuna vuole che in queste condizioni, io non debba anche collaudare il modello. In questa fase mi assiste sempre il mio amico Antonio Di Giacomo, il quale ogni volta, si presta, dopo varie insistenze, all'ingrato compito di farsi carico del primo volo. Come, anche per i collaudi degli altri modelli, la mia pignoleria nella messa a punto viene premiata e il volo risulta pulito e senza difetti evidenti.
Luca Rizzuti
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